Igor Grigoletto fin dagli esordi ha dedicato la propria produzione artistica alla ricerca del mezzo ideale attraverso cui trasmettere il proprio ideale, la propria visione negli anni resa sempre più essenziale, a tratti minimale e visivamente bilanciata.La sperimentazione di supporti differenti come sacchi di juta, vetro, fiscoli (detti anche sportine), specchi e reti metalliche conducono il suo linguaggio verso una eterogeneità compositiva e concettuale, ecletticità che riscuote successo permettendogli così di ampliare il proprio bagaglio espressivo.La semplificazione graduale delle forme si riflette sulle sue opere sempre precedute da uno studio continuativo della linea in ogni sua declinazione, dei segni e delle “lettere” che fuoriescono dalle superfici grazie a tracce incrociate non visibili ma presenti. Il vetro, supporto prediletto e maggiormente utilizzato, diventa per l’artista una risorsa dalle mille possibilità, uno spazio su cui imprimere il proprio linguaggio poetico, libero da ogni preconcetto e da ogni forma di condensazione visiva.Le sue opere appaiono allo spettatore come una narrazione non verbale senza fine, un racconto non soggiogato da codici precostituiti ma aperto ad una libera sperimentazione estetica.